Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

Chirurgia delle calvizie

Il trattamento chirurgico della calvizie ha subito numerose evoluzioni negli ultimi anni. La tecnica del punch, descritta per la prima volta da Okuda nel 1939, e quindi diffusa in tutto il mondo da Orentreich nel 1959, è stata per lungo tempo la sola soluzione per la calvizie.

Nel 1975 Juri, da Buenos Aires, descrisse una nuova tecnica a lembo temporo-pareto-occipitale (TPO flap), successivamente Chaijchir rese più famosa questa tecnica con importanti miglioramenti. Negli anni 80 con la tecnica del micrograft descritta da Merrit e da Nordström, è stato introdotto approccio innovativo al trapianto di capelli ovvero, l’autotrapianto monobulbare.

Negli Stati Uniti è stata perfezionata e messa a punto con gli anni questa nuova tecnica chirurgica, che consente di reimpiantare i capelli autologhi ripristinando il normale processo di crescita bulbare. Il trapianto, con questa tecnica, viene eseguito prelevando i capelli dello stesso paziente dalla zona donatrice (area tra la nuca e le orecchie) e reimpiantati nell’area ricevente appositamente preparata.

I bulbi piliferi di queste zone sono, infatti, geneticamente “resistenti” all’azione del diidrotestosterone. Con l’evolversi della tecnica è oggi possibile inserire fino a tremila capelli in un unico intervento (ovviamente se la qualità dell’area donatrice lo consente): una quantità di capelli sufficiente a coprire una calvizie di media estensione. L’intervento di autotrapianto ha una durata di circa quattro-cinque ore e viene effettuato in una sola giornata, in anestesia locale senza necessità di alcun ricovero. Il chirurgo preleva una losanga di cute dall’area donatrice (regione occipitale del capo) e successivamente sutura i due margini di cuoio capelluto dal quale è stato eseguito il prelievo.

Dopo questo primo tempo chirurgico segue la fase dell’isolamento delle unità follicolari: dei tecnici specializzati, dal lembo di cute ricavato isolano al microscopio, le singole unità follicolari, mentre il chirurgo effettua le incisioni puntiformi, sull’area ricevente del paziente, per potervi inserire i bulbi piliferi man mano che questi vengono preparati.

Al termine dell’intervento il paziente può tornare a casa senza alcun bendaggio, e ritornare alle normali attività dopo 6 ore. Sul cuoio capelluto residuano delle microscopiche crosticine a testa di spillo, che scompaiono da quattro a nove giorni dopo il trapianto. I bulbi piliferi trapiantati sono saldi e definitivi ed, a partire da tre mesi dopo l’intervento, cominciano a ricrescere in maniera naturale e fisiologica per tutta la vita.

L’autotrapianto non causa effetti collaterali non sono mai stati segnalati casi di rigetto o intolleranza, ma non è consigliato ai pazienti con gravi disfunzioni cardiache ed ai diabetici insulino-dipendenti. Attualmente, data la grande diffusione che questa tecnica chirurgica ha raggiunto, ed essendo ormai praticata da molti chirurghi in tutto il mondo, si sono evidenziati ulteriori “varianti” che sono prerogativa dei singoli operatori; degna di nota è la “star incision” del dott. Giuseppe Rosati di Roma: questa tecnica, grazie ad un meccanismo a valvola generato dai tre microlembi prodotti dall’incisione a forma di stella, permette una migliore stabilizzazione degli innesti. Un’altra innovazione degna di nota è stata realizzata dal dott. Vincenzo Gambino di Milano con l’impianto “ad alta densità”; grazie a questa metodica, oggi utilizzata anche da altri chirurghi in tutto il mondo, è possibile, utilizzando aghi ad alta tecnologia (chiamati No-Kor Vented Needle), eseguire un elevato numero di incisioni in una piccola superficie di cuoio capelluto, realizzando un infoltimento estetico, molto vicino alla normale copertura fisiologica.

Anche la donna può essere sottoposta al trapianto di capelli, le percentuali d’intervento variano dal 1 al 3% rispetto al sesso maschile, in questo caso deve essere ben valutata l’area donatrice che deve risultare con sufficiente densità e con capelli con diametro adeguato. In ogni caso nei nostri pazienti, siano essi uomini o donne, nei diradamenti molto importanti e diffusi è fondamentale da prima stabilizzare l’evoluzione della caduta con una terapia medica, e poi mantenere il risultato raggiunto, per questo motivo è opportuno che siano seguiti nel tempo da medici specialisti ai fini del raggiungimento della migliore soluzione terapeutica.

Grazie all’incredibile evoluzione qualitativa dell’autotrapianto con conseguente naturalezza del risultato, e grazie ad un più facile e veloce accesso all’informazione, molte più persone scelgono il nostro centro per la chirurgia della calvizie come soluzione al loro problema.

Nel caso in cui il trapianto sia indicato sarà il chirurgo insieme al paziente a scegliere la tecnica chirurgica più appropriata per quel paziente in modo da valutare insieme in base alle aspettative e ai reali risultati ottenibili la miglior tecnica in termini di efficacia e naturalezza.

argomenti correlati

Contattaci oggi stesso per una consulenza

la nostra sede
seguici sui social

Compila il form