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Quanto è importante la sensibilità psicologica nella professione chirurgica?

L’approccio a un intervento chirurgico da parte di un paziente è un momento molto delicato, specie nel caso della chirurgia estetica, quando cioè si tratta di interventi che non hanno carattere di urgenza, ma che sono invece frutto di una scelta meditata e oculata. In questi casi, forse più che in altri, diventa decisamente fondamentale il ruolo del medico e del suo staff, e non soltanto in sala operatoria, ma anche nel colloquio preparatorio all’intervento. Attenzione quindi alla “sindrome del dottor House” il medico scorbutico della fortunata serie televisiva americana che il paziente quasi non lo vede e di parlarci neanche se lo sogna. Lui però, chissà come, riesce sempre ad arrivare alla giusta diagnosi. Non è questo che accade invece nella realtà.

Le motivazioni che possono spingere a richiedere un intervento di chirurgia estetica sono diverse e complesse. Il chirurgo ha il dovere in questi casi di valutare, insieme alla fattibilità e quindi all’effettiva possibilità di intervenire per risolvere quel determinato difetto, anche i sentimenti del paziente, le sue speranze e le sue paure riguardo ai risultati dell’intervento chirurgico.

Uno degli aspetti fondamentali durante i colloqui preparatori alla chirurgia plastica è capire cosa il paziente si aspetta dall’intervento. Spesso infatti mi è capitato di persone che avevano delle aspettative irrealizzabili, basate a volte anche su una cattiva informazione, il passaparola e il sentito dire. In questi casi il colloquio deve necessariamente avere la funzione di riportare le aspirazioni del paziente in linea con la realtà e con qualcosa di effettivamente realizzabile. Allo stesso tempo poi bisogna presentare un quadro chiaro e completo di cosa l’intervento è in grado di offrire.

A volte le motivazioni psicologiche che spingono una persona a ricorrere alla chirurgia estetica sono molto complesse e radicate. E il nostro compito quindi non è poi così semplice e immediato come si può pensare.  Per questo il chirurgo estetico deve avere anche una spiccata sensibilità psicologica, per capire quando e come agire, per non rischiare che, al termine dell’intervento, il paziente risulti insoddisfatto del risultato.

Riuscire a comprendere meglio le motivazioni del paziente e, soprattutto, come lui vede e percepisce la parte del corpo che si andrà ad operare sono tutti elementi che un chirurgo plastico deve necessariamente valutare.  Insomma siamo chirurgi, ma a volte dobbiamo essere un po’ psicologici per riuscire a soddisfare anche le richieste dei pazienti più esigenti, garantendogli sempre il massimo del comfort e percorsi terapeutici altamente specializzati, semplici e sicuri.

 

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