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Nei capelli l’anima, la vita e la maledizione

Arriva l’autunno e come ogni anno si verifica il problema della caduta dei capelli, siamo abituati a chiamarlo ‘periodo della castagne’ perché coincide con la loro maturazione. Ma è un’erronea credenza o c’è un fondamento di verità?

Che il cambio di stagione provochi un indebolimento e la successiva caduta dei capelli è un fenomeno che in molti possono facilmente riscontrare, capita soprattutto alle donne e l’allarme cresce quando durante lo shampoo ci si accorge che tra le mani ne restano a ciuffi.  Sembra che la causa dipenda dalla melatonina l’ ormone regolatore del ciclo luce-buio che reagisce al cambio stagionale e perciò alla variazione della durata delle ore di luce durante il giorno. Si tratta di un processo fisiologico  che coniuga caduta a rinnovamento ma quando i capelli che restano nella spazzola o nel lavandino cominciano a essere davvero troppi diventa difficile non preoccuparsi. Comincia così la corsa ai possibili rimedi, alle lozioni, ai prodotti mirati, oppure agli integratori alimentari. In effetti è l’alimentazione una delle ricette più efficaci oltre che un consulto dal dermatologo. L’apporto vitaminico è sempre importante ma lo è ancora di più nei periodi di transizione e di maggiore stress. Proprio lo stress, l’ansia,  fattori psicologici, la cattiva alimentazione sembrano favorire l’indebolimento e infine la caduta del capello, ma sono molte le concause che possono combinarsi e in ogni caso variano da persona a persona.

Ciò che è certo  è che lo spettro dell’alopecia è una paura che affligge le donne quanto gli uomini e in modo sempre crescente; tanto da trasformarsi per qualcuno in una vera ossessione. Sembra che sia tra le prima cause di perdita di autostima più dell’essere in sovrappeso o fuori forma anche perché per prevenire o arrestare la calvizie non basta la buona volontà o l’uso dei normali cosmetici: è l’ineluttabilità, l’irreversibilità del processo a fare di quest’eventualità un tabù.  Se poi il fenomeno colpisce una persona giovane, questo comporta disagio finanche a sfociare in alterazioni della personalità e persino depressione. La ricerca medica in questi ultimi anni sta facendo grossi passi in avanti e vengono impiegate tecniche sempre più sofisticate nel settore del trapianto; d’altra parte la richiesta di questo tipo di intervento chirurgico sta aumentando in modo esponenziale, soprattutto tra gli uomini che ne sono i più affetti.

Ma perché i capelli sono così tanto importanti? E’ un’ossessione contemporanea o è sempre stato così? Nella nostra società l’aspetto è una componente non secondaria e avere una chioma sana e folta è un indice di bellezza ma anche di salute e di una buona cura di sé, molto più che un bell’abito o il trucco. Non solo ma molto spesso è dai capelli che si riesce a indovinare l’età di una persona; rappresentano un elemento fondamentale della personalità, ecco perché il loro diradarsi progressivo viene vissuto come un dramma esistenziale, una specie di castrazione, una perdita della virilità o di sensualità.

(Pieter Paul Rubens 1609, National Gallery Londra)

I capelli dunque come segno esteriore di forza, dignità, coraggio, onnipotenza, come simbolo sessuale, di benessere, di bellezza e seduzione; lo sono oggi esattamente come ieri.
Chiome barocche ed elaborate realizzate con  enormi parrucche erano sinonimo di nobiltà e regalità nel settecento, praticamente uno ‘status symbol’ e tornando ancora più indietro si pensi alla cura che gli Egizi avevano per i propri capelli, gli inventori delle extension; la regina Cleopatra indossava acconciatura diverse a seconda dell’occasione. Tra gli Ebrei, la calvizie era considerata non solo un difetto, ma anche una maledizione. Moda, tradizione, bellezza, ma non solo: quella intorno ai capelli da sempre è una fitta rete di simboli. La mitologia è piena di storie di capelli magici. Fin troppo facile è il rimando a Sansone l’eroe che perse d’un tratto la sua forza prodigiosa quando i Filistei grazie all’inganno di Dalila riuscirono a rasargli la testa; ai capelli, alla loro crescita o rasatura presso le civiltà antiche erano legati i riti di iniziazione o di passaggio dalla fase adolescenziale a quella adulta. E poi la storia di Niso o quella di Pterelao, re che detenevano la loro vita in un capello d’oro posto al centro della testa, reciderlo avrebbe provocato la loro morte: così aveva predetto l’oracolo e così avvenne, in entrambi i casi per mano delle figlie innamorate dell’invasore straniero.

Insomma ciocche di capelli potevano racchiudere l’anima di un essere umano, il suo spirito vitale, e per questo fungere da talismano o da maledizione; questo secondo antiche leggende appartenenti a diverse civiltà. Oggi la medicina conferma che dall’analisi del capello si è in grado di estrapolare informazioni sul reale stato di salute dell’individuo, il suo dna. Come a dire che i capelli raccontano, dicono di noi quello che siamo veramente.

 Laura Freddi nella  sua trasmissione di Salute su Vero TV parla con degli esperti della caduta dei capelli

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