Cerca
Close this search box.
Cerca
Close this search box.

L’evoluzione del seno nella storia e nell’arte dall’antichità a oggi

Cambiano le mode, le epoche, il concetto di donna, il suo ruolo come pure l’uso del suo corpo, ma a prescindere dalle implicazioni la rappresentazione di un seno nudo non sembra conoscere crisi.

Scultori e pittori di ogni tempo hanno travasato i propri sogni, le proprie follie, ossessioni e giochi fantastici della mente nelle raffigurazioni di donne a seno nudo. E così la ricerca del significato più nascosto della valenza del seno, è stato di volta in volta simbolo della gioia di vivere, esaltazione stessa dell’amore, attributo casto, sensualissimo o proibito che ha accompagnato tutta la Storia dell’Arte fin dalla notte dei tempi. Basta questo a confermare che l’attenzione che le donne hanno oggi per questa parte del corpo, con le relative degenerazioni, è sì una conseguenza del nostro tempo e di una cultura fondata sull’immagine, ma non nasce con l’era moderna. Così come è evidente che le giuste proporzioni del corpo femminile hanno cambiato e stravolto i propri canoni centinaia di volte.

Nel corso dei secoli il seno è stato generoso, prominente fino a essere esasperato come nelle Veneri preistoriche, simboli di fertilità della madre terra garante del rinnovamento del ciclo della vita; è stato amputato dalle Amazzoni per poter più agevolmente adoperare l’arco (da cui l’etimologia del nome “amazon”, senza un seno). Ma se fin qui del seno femminile nulla veniva concesso al bello come concetto estetico, ecco che già a partire dalle pitture della civiltà egizia prima e di quella minoica poi, ritroviamo immagini di donne di alto rango che erano solite indossare una sorta di corsetto che stringeva la figura al fine di innalzare ed accentuare la sensualità dei loro seni nudi. Il tutto condito da corpi esili, slanciati e forme aggraziate molto simili a quelle recenti. Armonia e proporzione saranno le caratteristiche peculiari delle forme femminili della Grecia classica, giunoniche come quelle delle matrone invece in età romana.

Venere di Milo di Alessandro di Antiochia 130 a.C. Louvre, Parigi

Con l’ alto Medioevo e il diffondersi dalla cultura cristiana si impose l’obbligo di non raffigurare senza veli il seno, luogo del peccato, men che meno valorizzarlo.

Seni castipiatti, sempre coperti da grosse vesti saranno quelli dell’arte sacra del Trecento e primo Quattrocento. È solo verso la fine del secolo che il seno si riprenderà lo scettro di organo sessuale depositario della femminilità e tornerà a scoprirsi e a essere seducente. Nel Cinquecento il seno diviene il luogo della grazia, torna il bello come proporzione e le donne sia quelle umane che divine appaiono tutte dotate di un seno semplice, libero, mai grande mai piccolo, una seconda-terza diremmo oggi: bianco, candido quasi liberato dal pudore di organo sessuale, che può essere tranquillamente mostrato con capezzoli piccoli e rosei appena accennati a volte. E così da Giorgione a Tiziano passando per LeonardoMichelangeloBotticelli senza dimenticare Raffaello e il Bronzino il seno appare quasi privo di sessualità, tanto meno di  erotismo.

Allegoria del trionfo di Venere di Agnolo Bronzino, 1540-154, National Gallery Londra.

 

Il Seicento al contrario è secolo di sfrenate passioni, che trovano in un seno opulento e prorompente un catalizzatore di emozioni, le più diverse dall’odio all’amore, dal premio al castigo: dai seni imponenti e statuari delle donne di Rubens al realismo tragico dei soggetti femminili rappresentati dal Caravaggio, dai seni seducenti della Gentileschi alle nudità cariche di introspezione delle donne raffigurate dal Rembrandt. Anche il Bernini contribuirà ad accendere di vita la carne fissando stavolta nel marmo l’esaltazione delle virtù fisiche della donna: un sensuale erotismo avvolge l’eccitato gruppo scultoreo di Apollo e Dafne.

 

Apollo e Dafne di Gian Lorenzo Bernini 1622-1625 Galleria Borghese, Roma

 

Nel Settecento, secolo dei lumi, l’anatomia ambisce alla perfezione e il corpo femminile viene idealizzato, il modello è ancora una volta il canone greco-romano, quindi l’erotismo e la provocazione assumono i tratti di una femminilità acerba e adolescente. E’ il secolo di Madame de Pompadour colei che avrebbe teorizzato la dimensione ideale del seno: quella che entra in una coppa di champagne ovvero nella mano dell’uomo che deve accarezzarlo. La Maya Desnuda del Goya è una fanciulla orgogliosa delle sue forme prosperose così simili a un seno ‘rifatto’ dei nostri tempi.

 

La Maya Desnuda, Francisco Goia 1800, Museo del Prado Madrid

 

La fine del XIX secolo ci consegnerà una donna ancora carica di erotismo, un erotismo più aggraziato stavolta ma forse proprio per questo ancora più sensuale. Nel secondo dopoguerra, ritorna un ideale di donna barocca con forme procaci, è l’epoca delle pin up sensualissime nel corpo ma col volto da bambine.

Marilin Monroe in una locandina pubblicitaria, 1950

 

E oggi? Esiste anche oggi un canone? In realtà molto dipende dall’ambiente di riferimento: per le modelle avere un seno minuto è una prerogativa immancabile, in Tv invece è frequente vedere ragazze dal corpo slanciato e esile ma con un seno generoso, le donne ‘comuni’ lo vogliono sempre di più né troppo grande né troppo piccolo: la cosiddetta terza misura. Piccolo o grande che sia il requisito fondamentale è che stia su da solo, quindi è importante mantenerlo giovane usando i giusti prodotti per l’idratazione quotidiana e praticando sport (pilates e il nuoto sono i più indicati).

Ciò che è certo è che tendenze a parte, è da sempre la parte del corpo più importante per una donna e più ammirata dagli uomini.
Il seno resta il luogo verso cui ogni uomo anela di fermarsi e riposare: che si tratti di un grosso seno in carne o di un piccolo seno a goccia o a pera il simbolo più elevato della femminilità non finirà mai di costituire il maggior piacere dello spirito dell’uomo.

“Foemina: il seno nell’arte e nella medicina” è un progetto di due anni fa, una mostra realizzata da O.N.Da, l’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna, grazie alla collaborazione di Roche  che fu ospitata all’interno dell’Ospedale Sant’Andrea di Roma, centro di eccellenza nella cura del tumore al seno”.

Esplora nuovi post

Contattaci oggi stesso per una consulenza

la nostra sede
seguici sui social

Compila il form