Prima di un intervento di chirurgia plastica le domande e le preoccupazioni che affiorano alla mente sono davvero tante. Tra queste però oggi vogliamo soffermarci sui dubbi e le paure che riguardano il dopo intervento.
Quando si sceglie la chirurgia plastica lo si può fare per svariati motivi: eliminare un difetto, correggere un’imperfezione, piacersi di più, avere maggiore autostima, fare colpo sugli altri, contrastare insicurezze ecc. Ma cosa accade veramente dopo l’intervento? Come si trasforma la parte del corpo sulla quale abbiamo deciso di intervenire? La sua funzionalità rimane intatta?
Innanzitutto, dopo un intervento di chirurgia estetica, come del resto dopo ogni intervento di chirurgia, ci può essere un po’ di dolore, comunque mitigato da medicinali analgesici. Questo fastidio o dolore lieve scompaiono comunque dopo pochi giorni, con il risarcirsi della ferita. Tutte le attività chirurgiche inoltre producono sempre un trauma che può essere più o meno intenso, e tutti i traumi producono inevitabilmente un gonfiore nella zona interessata e in quelle circostanti. Anche questo però è un fenomeno del tutto normale che si riassorbe da solo con il tempo, e anzi è un processo che di per sé rappresenta il normale meccanismo di guarigione.
Gli interventi chirurgici possono provocare anche intorpidimento e parestesie, in alcuni casi la sensibilità cutanea può rimanere modificata per diverso tempo, a volte si parla anche di mesi ma, solo in rarissimi casi, il problema può risultare permanente. Questo è un punto su cui è bene prestare molta attenzione soprattutto quando si va ad operare zone particolarmente sensibili come il seno nel caso di interventi come la mastoplastica.
Per ridurre l’ incidenza di questa complicanza è necessario che la tecnica operatoria sia il più rispettosa possibile delle strutture anatomiche nervose. E a tale scopo è fondamentale una conoscenza approfondita dell’anatomia da parte del chirurgo. Il rischio di una desensibilizzazione definitiva è infatti molto ridotta, si parla di uno 0,5% con una frequenza leggermente maggiore se si sceglie l’incisione lungo l’areola. Nella maggioranza dei casi, dopo un’iniziale riduzione della sensibilità nel periodo immediatamente successivo all’operazione, tutto torna normale nel giro di pochi mesi. Eventualmente poi ci si può anche avvalere di un’efficace terapia a base di vitamina B.
La tecnica chirurgica gioca un ruolo fondamentale in questi casi, e per ridurre il rischio il chirurgo deve scegliere le protesi e la tecnica più appropriate al singolo caso. Egli infatti può scegliere di adottare particolari tecniche per salvaguardare l’integrità delle terminazioni nervose nel corso dell’intervento chirurgico. Le tecniche meno invasive, quello cioè che non vanno a recidere le connessioni nervose del capezzolo, comportano comunque sicuramente minori alterazioni della sensibilità della zona. Anche in questo caso dunque, per evitare errori e pentimenti la regola sempre quella di affidarsi a mani sicure ed esperte.